Conrad Gessner
Historiae animalium liber III qui est de Avium natura - 1555
De Gallina
trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti
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Ova lacti
commista ({oogula} <oogala[1]>
vocant) [445] dysentericis prosunt, Aetius 9.45. Torminibus quoque multi medentur, ova bina cum aliis piscis
(cum allii spicis) quatuor una atterendo, vinique hemina calefaciendo,
atque ita potui dando, Plinius[2].
Fit et dysentericis remedium singulare, ovo effuso in fictili novo,
eiusdemque ovi mensura, ut paria sint omnia, melle, mox aceto, item oleo,
confusis crebroque permixtis. Quo
fuerint ea excellentiora, hoc praesentius remedium erit. Alii eadem
mensura pro oleo et aceto resinam adijciunt rubentem, vinumque: et alio
modo temperant, olei tantum mensura pari, pineique corticis duabus
sexagesimis {denariorum} <denarii>, una eius quod rhus diximus,
mellis obolis quinque simul decoctis, ita ut cibus alius post quatuor
horas sumatur, Idem[3].
Tota ova adiuvant partum cum ruta et anetho et cumino pota ex vino,
Plin.[4]
Ova gallinarum imparia in urina asini elixata et esa, nephriticos et
colicos sanabunt mirifice, Kiranides. |
Le
uova mischiate al latte (le chiamano oogala – uovo latte) sono
utili ai dissenterici, Ezio di Amida
IX,45. Molti curano anche i dolori intestinali tritando due uova insieme
a quattro aliis piscis (insieme a quattro spicchi d’aglio – allii
spicis), e scaldando un’emina [250 ml] di vino, e dandoli così da
bere, Plinio. Si prepara anche un singolare rimedio per i dissenterici con un uovo
versato in un vaso di terracotta nuovo, e, in misura uguale a quella
dell’uovo, in modo che tutti gli ingredienti siano in dose uguale, del
miele, subito dopo dell’aceto e così pure dell’olio, mescolandoli e
rimescolandoli ripetutamente. Quanto più i componenti saranno
eccellenti, tanto più questo rimedio sarà efficace. Altri al posto
dell’olio e dell’aceto mettono in pari misura della resina rossa e
del vino: fanno il miscuglio anche in modo diverso, una quantità di
olio in misura uguale e con due sessantesimi di denario
[100 mg] di
corteccia di pino, un sessantesimo di ciò che chiamiamo sommacco,
cinque oboli [circa 2,5 g] di miele fatti cuocere insieme, in modo che
dopo quattro ore si possa assumere dell’altro cibo, sempre Plinio.
Facilitano il parto le uova bevute intere con vino insieme alla ruta,
all’aneto
e al cumino, Plinio. Un numero dispari di uova di gallina
fatte bollire in urina d’asino e poi mangiate, faranno guarire in modo
meraviglioso i nefritici e coloro che soffrono di coliche renali,
Kiranide. |
¶
Ovi testa aliquando mensurae usum praebet medicamentis quibusdam, quibus
fere etiam ipsum ovum (hoc est interiora, albumen et vitellus) adijcitur.
Marrubij succum Castor in ovum inane conijcit, ipsumque ovum infundit
melle equis portionibus tepefactum, vomicas rumpere, purgare, persanare
promittens, Plin.[5]
Ad vomicam aut similem tumorem, Ovum defundes in fictile, deinde putamen
| Marrubii succo implebis, post melle liquenti | Omnia consociata
tepenti prospera potu | Sumuntur, reserantque malum, purgantque
levantque, Serenus. Sed clarius idem medicamentum a Marcello traditur,
his verbis: Ovum incoctum (crudum) in calicem defunditur, et testa eius
succo marrubii impletur, et in ipsum (eundem scilicet in quem ovum
depletum est) calicem defunditur: et mellis optimi despumati tantundem.
omnia haec in se permiscentur, ac tepefacta hauriuntur, miro modo
vomicas rumpunt, et ad sanitatem laborantem stomachum perducunt. Ovum
recentissimum aperies, et in calicem vacuabis, ac testam eius implebis
melle optimo despumato, nec non oleo viridi bono, et in ipsum (eundem in
quem defusum est ovum,) ac simul omnia permiscebis, et diu agitabis: ac
postea in calida aqua ipsum calicem tepefacies, et sic dabis dysenterico
cui medendum erit, mire proderit, Idem Marcellus. |
¶
Talora il guscio d’uovo offre un impiego di notevole valore per alcuni
tipi di medicamenti, ai quali viene aggiunto praticamente anche l’uovo
stesso (cioè le parti interne, albume e tuorlo). Antonio
Castore, garantendo di far scoppiare, spurgare e risanare gli ascessi,
mette dell’estratto di marrubio
in un uovo vuoto, e versa sopra agli
ascessi lo stesso uovo intiepidito insieme a del miele in parti uguali,
Plinio. Contro un ascesso o un gonfiore dello stesso tipo: Verserai un
uovo in un vaso d’argilla, e quindi riempirai il guscio con
dell’estratto di marrubio, poi il tutto unito a del miele liquido
tiepido viene bevuto con profitto, e fa aprire il bubbone, e lo fa
spurgare, e lo fa scomparire, Sereno Sammonico. Ma lo stesso
medicamento viene tramandato in modo più chiaro da Marcello Empirico
con queste parole: Un uovo
non cotto (crudo) lo si mette in una coppa, e il suo guscio viene
riempito con del succo di marrubio, e viene versato nello stesso calice
(cioè lo stesso in cui l’uovo è stato svuotato): e altrettanto
ottimo miele raffinato. Tutte queste cose vengono mischiate tra loro e
vengono bevute tiepide, in modo meraviglioso fanno scoppiare gli ascessi
e fanno guarire uno stomaco sofferente. Aprirai un uovo appena deposto e
lo svuoterai in un calice e riempirai il suo guscio con dell’ottimo
miele raffinato nonché con dell’olio verde buono, e mescolerai il
tutto insieme nello stesso (lo stesso calice in cui l’uovo è stato
versato), e agiterai a lungo: e successivamente farai intiepidire lo
stesso calice in acqua calda, e lo darai così al dissenterico che
bisognerà curare, gioverà in modo meraviglioso, sempre Marcello
Empirico. |
Pastillus
coeliacis et dysentericis: Ovum crudum recens perforato, et in vasculum
evacuato, et cum testa subscripta mensurato: Olei omphacini testam ovi
unam, piperis albi tenuissime triti tantundem, gallarum omphacitidum[6]
tantundem, farinae tritici tantundem. Omnia (nimirum cum ovo, id est
interioribus ovi evacuatis) subacta et mollita in pastillos redigito, et
in sartagine fricta ante cibum dato, Asclepiades apud Galenum in opere
de Compos. medic. sec. locos. In eodem Galenus ex Archigene describens
fomentum cuius vapor intra os recipiendus est, ad gurguliones
inflammatos et tonsillas, Origanum (inquit) aut hyssopum, cum
sufficienti aceto diligenter in olla fervefacito obturata. operculum
autem circa medium habeat foramen. deinde harundinem ad foramen operculi
ac os aegri adaptato, ac fomentum admittito. Si vero os a fervore
harundinis comburatur, ovum vacuum utrinque perforatum aegri in ore
contineant, et per ipsum harundo inseratur. |
Un
pasticcio
per chi soffre di dolori intestinali e di dissenteria: Buca
un uovo crudo fresco e svuotalo in un vasetto, e con il guscio prendi le
seguenti dosi: un guscio d’uovo di olio di olive acerbe, altrettanto
pepe bianco tritato molto fine, altrettanto di noci di galla,
altrettanto di farina di grano. Il tutto (ovviamente con l’uovo, cioè
con le parti interne dell’uovo svuotate) impastato e ammorbidito
trasformalo in pasticci, e dallo da mangiare fritto in padella prima del
pasto, Asclepiade il Giovane
in Galeno
nel trattato De compositione
medicamentorum secundum locos. Sempre in questo trattato Galeno,
descrivendo in base ad Archigene
un
fomento - un rimedio caldo umido - il
cui vapore deve essere fatto entrare in bocca contro le infiammazioni
della gola e delle tonsille, dice: Fa
scaldare per bene dell’origano
o dell’issopo
con una quantità
sufficiente di aceto in una pentola con il coperchio. Tuttavia il
coperchio deve avere un foro nella parte centrale. Quindi adatta una
canna al foro del coperchio e alla bocca del malato, e facci entrare il
fomento. Ma se la bocca viene scottata dal calore della canna, i
pazienti debbono tenere in bocca un uovo vuoto con un foro alle due
estremità, e la canna va inserita attraverso l’uovo stesso. |
¶
Pars VIII. De remediis ex albumine ovi. Petrus Aponensis problem. 69.
quaerit an albumen ovi sit calidum, et vitellus frigidus: contra
scilicet quam communis et recepta medicorum opinio est, eam quaestionem
nos ceu supervacaneam omittimus. Candidum ovi crudum refrigerat,
spiramenta cutis occludit, Dioscorid. Laevat exasperata, Celsus[7].
Acrimoniae expers est,
collinit, et mitigat acres mordicationes, obstruit, Galenus in diversis
locis. Glutinat vulnera, Celsus. Aiunt et {vulvera}
<vulnera> candido glutinari, Plinius[8].
Albore ovi utimur in purgandis vulneribus, et in constringendis quae
laxa sunt, Platina. Ambusta si statim eo perungantur pustulas non
sentiunt, Dioscor. Ovi crudi albumen lana molli exceptum, vel totum (id
est albumen simul cum vitello) agitatum, Galenus[9]
utiliter imponi scribit ambustis, quod ea moderate refrigeret: et sine
morsu siccet. Avicenna (si bene memini) vitellum pariter et albumen
humectantis naturae facit, nutrimenti nimirum magis quam medicamenti
ratione. At vero ambustum flammis qui candidus ovi | Succus inest, penna
inductus sanare valebit, Serenus. |
¶
Sezione 8 - I rimedi ottenuti
dall’albume dell’uovo. Pietro
d’Abano
nel capitolo 69 dell’Expositio problematum
Aristotelis si chiede se l’albume dell’uovo sia caldo e il
tuorlo freddo: ovviamente, contrariamente a quanto è la comune e
diffusa opinione dei medici, tralascio questa problematica essendo
superflua. Il bianco crudo dell’uovo rinfresca, fa chiudere i pori
della cute, Dioscoride. Mitiga le irritazioni,
Celso. È sprovvisto di
azione irritante, lenisce e mitiga le pungenti sensazioni di
morsicatura, ha azione occludente, Galeno in diversi passi. Fa
rimarginare le ferite, Celso. Dicono che anche le ferite vengono fatte
rimarginare dall’albume, Plinio. Ci serviamo del bianco d’uovo per
ripulire le ferite e per ridurre l’ampiezza di quelle che sono troppo aperte, Platina.
Se le ustioni vengono subito spalmate con l’albume, non danno luogo a
vescicole, Dioscoride. Galeno scrive che torna utile applicare
sulle ustioni l’albume di uovo
crudo disposto su un panno di lana morbida, oppure tutto quanto (cioè
albume con tuorlo) l’uovo sbattuto, in quanto le rinfrescherebbe
abbastanza e le farebbe essiccare senza bruciore. Avicenna
(se ben
ricordo) ritiene che il tuorlo e l’albume si equivalgono come
caratteristica idratante, ovviamente più per motivi nutrizionali che
medicamentosi. Ma in verità l’ustione da fiamme sarà in grado di
guarirla quel liquido candido dell’uovo che si trova all’interno
spalmato con una penna, Sereno Sammonico. |
Lana albumine
madens utiliter imponitur locis igne aut aqua fervida adustis, Serapio.
Miscetur utiliter medicamentis profluvium sanguinis ex cerebri
involucris supprimentibus, quae citra morsum obstruere et astringere
possunt, Galenus, Avicenna, et Serapio. Ad sanguinem fluentem e naribus,
aliqui thuris farinam cum calicis ovi cinere, et vermiculato gummi ex
ovi candido linamento in nares conijciunt. Plinius si bene memini[10].
In Andromachi quadam potione pro haemoptoicis apud Aetium lib. 8.
aliis quibusdam astringentibus candidum ovorum duorum adijcitur.
Utendum est hoc liquore non solum in oculis, sed etiam caeteris omnibus
partibus quaecunque remediis minime mordacibus indigent, ut ulcera
maligna (rebellia) omnia circa sedem et pudenda, quae scilicet exiccare
ea absque morsu possunt, quale pharmacum est pompholyx[11]
lotus, et metallica quaedam abluta, Galenus et Serapio. Faciem a Solis adustione tuetur, Dioscor. et Plin. Epithema ex albumine
prohibet corruptionem coloris a Sole et removet eam, Avicenna. Utiliter
contra {haemorrhoidis} <haemorrhoidos> serpentis morsus crudum
sorbetur, Dioscorid. quam vim Plinius[12]
luteo adscribit. Sunt qui aegrotos plerosque iam
desperatos intra duos ignes ovorum albuminibus conquassatis perfricatos,
diebus aliquot, semel quotidie, restitutum iri polliceantur. |
La
lana inzuppata di albume viene utilmente applicata sulle aree ustionate
dal fuoco o dall’acqua bollente, Serapione. Viene mescolato con
profitto a quei farmaci che arrestano la fuoriuscita di sangue dalle
membrane che avvolgono il cervello, in quanto senza irritare possono
avere effetto emostatico e astringente, Galeno, Avicenna e Serapione. In
caso di epistassi alcuni servendosi
di una garza mettono nelle narici della polvere d’incenso
insieme a
cenere di guscio d’uovo e a gomma a forma di vermicelli fatta con
bianco d’uovo, Plinio, se ben ricordo. Nel libro VIII di Ezio di Amida,
in una pozione di Andromaco
per coloro che presentano emottisi - che sputano sangue - viene
aggiunto l’albume di due uova ad altri astringenti. Bisogna servirsi
di questo liquido non solo a livello degli occhi, ma anche per tutte
quante quelle zone che non hanno assolutamente bisogno di medicamenti
irritanti, come è il caso delle ulcere maligne (ribelli alla terapia)
in sede perineale e genitale, che cioè possono essiccare senza
irritare, come rappresenta un farmaco l’abluzione con ossido di zinco
e alcuni metalli anch’essi usati con abluzioni, Galeno e Serapione.
Protegge il volto dalle scottature solari, Dioscoride e Plinio.
Un’applicazione esterna fatta con albume impedisce l’alterazione del
colore dovuta al sole e la fa regredire, Avicenna. Torna utile berlo
crudo contro i morsi del serpente emorroide - biacco, Coluber
viridiflavus, Dioscoride. Questo potere Plinio lo ascrive al tuorlo.
Vi sono alcuni che garantirebbero che gli ammalati, e per lo più
senza speranze, torneranno a star bene se posti tra due fuochi verranno
strofinati con forza per alcuni giorni, e una volta al giorno, con
bianchi d’uovo sbattuti. |
¶ Ova
conferunt coryzae, Avicenna: qui forte hoc intelligit de albumine
praesertim, quod fronti (ut mox dicetur) applicatum, fluxiones a capite
descendere prohibet. Lac muliebre mixto ovorum [446] candido liquore,
madidaque lana frontibus impositum, fluxiones oculorum suspendit,
Plinius[13]. |
¶
Le uova giovano in caso di raffreddore, Avicenna: il quale forse intende
ciò soprattutto a proposito dell’albume, che (come si dirà tra poco)
applicato alla fronte, impedisce ai flussi di scendere dalla testa. Il
latte di donna misto all’albume d’uovo e applicato sulla fronte con
lana inzuppata, fa cessare le secrezioni oculari, Plinio. |
[1] Il sostantivo neutro ᾠογάλα è composto da ᾠόν = uovo e γάλα = latte. È un termine che compare per esempio in Ezio di Amida IX,45 e in Paolo di Egina III,42 e VI,8.
[2] Naturalis historia XXIX,50: Torminibus quoque multi medentur ova bina cum alii spicis IIII una terendo vinique hemina calefaciendo atque ita potui dando.
[3] Naturalis historia XXIX,50: Fit et dysintericis remedium singulare ovo effuso in fictile novum eiusdemque ovi mensura, ut paria sint omnia, melle, mox aceto, item oleo confusis crebroque permixtis; quo fuerint ea excellentiora, hoc praesentius remedium erit. alii eadem mensura pro oleo et aceto resinam adiciunt rubentem vinumque; et alio modo temperant, olei tantum mensura pari pineique corticis II sexagensimis denarii, una eius quod rhum diximus, mellis obolis V simul decoctis, ita ut cibus alius post IIII horas sumatur.
[4] Naturalis historia XXIX,47: Tota ova adiuvant partum cum ruta et anetho et cumino pota e vino.
[5] Naturalis historia XX,244: Castor marrubii duo genera tradit, nigrum et, quod magis probat, candidum. In ovum inane sucum addit is ipsumque ovum infundit cum melle aequis portionibus, tepefactum vomicas rumpere, purgare, persanare promittens. Inlinit etiam vulneribus a cane factis tusum cum axungia vetere.
[6] Omphacitidum è una ripetizione di gallarum e una latinizzazione del sostantivo femminile greco omphakîtis che in Dioscoride significa noce di galla.
[7] De medicina V,13: Levat id, quod exasperatum est, spodium, hebenus, cummi, ovi album, lac, tragacanthum.
[8] Naturalis historia XXIX,41: Aiunt et vulnera candido glutinari calculosque pelli.
[9] Prescrizione ricorrente, già citata a pagina 436, 438 e 443, tratta dall’XI libro del De simplicium medicamentorum temperamentis et facultatibus.
[10] È assai verosimile che si tratti proprio di un lapsus mnemonico di Gessner Infatti la ricerca in Plinio di questa ricetta è negativa. § A pagina 450 Gessner dà la conferma che Plinio non ne parla, specificando che la citazione proviene da fonte incerta: Ad sanguinem fluentem e naribus, aliqui thuris farinam cum calicis ovi cinere et vermiculato gummi, ex ovi candido, linamento in nares conijciunt, Incertus.
[11] Il sostantivo greco pomphólyx è femminile, è femminile anche in Plinio, ma è maschile in Galeno.
[12] Naturalis historia XXIX,42: Prodest et tussientibus per se luteum devoratum liquidum ita, ut dentibus non attingatur, thoracis destillationibus, faucium scabritiae. Privatim contra haemorrhoidos morsui inlinitur sorbeturque crudum.
[13]
Naturalia historia
XXVIII,73: Mixto praeterea ovorum candido liquore madidaque lana frontibus
inpositum fluctiones oculorum suspendit.