Lessico


Uova gemellari

Nei trattati di Aristotele troviamo la prima descrizione delle uova gemellari, la cui eziopatogenesi è tutt'altra cosa rispetto a quella dell'ovum in ovo. Gessner a pagina 419 di Historia animalium III (1555) apre il paragrafo de ovis monstrosis, ut geminis et mollibus, etc. - le uova mostruose, come le gemellari e quelle dal guscio molle, etc. proprio con le parole di Aristotele tratte da Historia animalium VI,3 562a:

Ova gemina binis constant vitellis. qui ne invicem confundantur, facit in nonnullis praetenue quoddam septum albuminis medium. aliis vitelli contactu mutuo sine illo discrimine iunguntur. Sunt in genere gallinarum, quae pariant gemina omnia, in quibus animadversum est, quod de vitello exposui. quaedam enim duodeviginti peperit gemina, exclusitque, praeterquam, si qua essent (ut fit) irrita. Caeteris itaque foetus prodiit, sed ita gemini excluduntur, ut alter sit maior, alter minor: et tandem in monstrum degeneret, qui minor novissime provenit, Aristot.

Le uova gemellari sono costituite da due tuorli. I quali, per non fondersi tra loro, in alcune uova creano come un sottilissimo diaframma di albume interposto. In altre i tuorli sono uniti per mutuo contatto senza quella separazione. Tra le galline ce ne sono di quelle che depongono tutte uova gemellari, nelle quali si è riscontrato ciò che ho detto a proposito del tuorlo. Una ne aveva deposte diciotto gemellari e le aveva fatte schiudere, eccetto quelle che (come accade) erano sterili. Dalle altre uscì un pulcino, ma i gemelli che ne nascono sono tali per cui uno è più grande, l’altro più piccolo: e infine quello più piccolo, che è nato per ultimo, degenera in un mostro, Aristotele.

Ecco il testo di Aristotele nella traduzione di Mario Vegetti che in qualche particolare – a causa della sintassi greca e delle versioni tramandateci – dissente lievemente da quello di Gessner: Le uova gemelle presentano due tuorli; in certi casi vi è un sottile diaframma di bianco per evitare che i gialli si saldino fra loro, mentre in altri questo diaframma manca e i gialli sono in contatto. Vi sono certe galline che fanno solo uova gemelle, ed è nel loro caso che sono state condotte le osservazioni su ciò che accade nel tuorlo. Una di esse depose diciotto uova e ne fece nascere dei gemelli, tranne che da quelle che risultarono sterili; le altre comunque erano feconde, a parte il fatto che uno dei gemelli [562b] era più grande e l’altro più piccolo, mentre l’ultimo uovo conteneva un mostro.

In greco l'ultimo spezzone di Aristotele, riportato da Gessner a pagina 420, suona così: Graeca vero Aristotelis exemplaria  (nisi mendam subesse iudicemus) ita habent: - Ma l’originale greco di Aristotele (a meno di credere che vi si nasconda un errore) riporta così: Τὰ μὲν οὖν ἄλλα γόνιμα, πλὴν ὅσα τὸ μὲν μεῖζον τὸ δὲ ἔλαττον γίνεται τῶν διδύμων, τὸ δὲ τελευταῖον τερατώδες,[...]. Filippo Capponi in Ornithologia latina (1979) riporta πλὴν ὅτι invece di πλὴν ὅσα, allineandosi così all'edizione di Gottlob Schneider (Lipsia 1811) e a quella di Immanuel Bekker (Oxford 1837).

La divergenza era nota anche a Gessner, che correttamente si chiede: Quaerendum an legendum in Aristotelis verbis non πλὴν ὅσα, sed πλὴν ὅτι - Bisogna chiedersi se nelle parole di Aristotele bisogna leggere non plen hosa – eccetto quanto, bensì plen hoti - eccetto che.

Elio Corti si è adeguato a Gessner, Schneider, Bekker e Capponi, e lo spezzone lo ha tradotto così: Tuttavia le rimanenti erano feconde, a parte il fatto che uno dei gemelli è più grande e l'altro è più piccolo, mentre l'ultimo gemello era mostruoso.

Come precisa Gessner a pagina 420, di uova gemellari aveva scritto anche Gerolamo Cardano e si tratta di un reperto non datato osservato a Milano:

Nam alae et crura ex luteo fiunt. indicio est, quod pulli, qui ex ovo cuius lutea duo sunt absque sepiente membrana quatuor alis et totidem pedibus nascuntur, arbitranturque prodigium quale olim Mediolani contigit, Cardanus.

Infatti le ali e le gambe si formano dal giallo. Ne è una riprova il fatto che da un uovo con due tuorli senza una membrana separatrice nascono dei pulcini con quattro ali e altrettante zampe, e vengono ritenuti come un fatto prodigioso, come quello che un tempo accadde a Milano, Gerolamo Cardano.

Ecco testo di Cardano tratto da pagina 475 del suo De subtilitate libri XXI - liber xii De Hominis natura et temperamento (Lugduni, apud Stephanum Michaelem, 1580): "... nam alae & crura ex luteo fiunt. Indicio est, quod pulli qui ex ovo cuius lutea duo sunt absque sepiente membrana, capite uno sed quatuor alis et totidem pedibus nascuntur, arbitranturque prodigium, quale olim Mediolani contigit."

Gessner, sempre a pagina 420, prosegue nella citazione di Aristotele, ma stavolta è tratta dal De generatione animalium IV,4 770a 6-23:

Monstra (inquit Aristot. de generat. anim. 4. 4.) saepius gignuntur in iis, quorum partus numerosus est, et praecipue in avium genere, earumque potissimum in gallinis, iis enim partus numerosus, non modo quod saepe pariant ut columbae, verum etiam quod multos simul conceptus intra se continent, et temporibus omnibus coeunt. hinc gemina etiam pariunt plura. cohaerent enim conceptus, quoniam in propinquo alter alteri est, quomodo interdum fructus arborum complures, quod si vitella distinguuntur membrana, gemini pulli discreti sine ulla supervacua parte generantur. sed si vitella continuantur, nec ulla interiecta membrana disterminantur, pulli ex iis monstrifici prodeunt, corpore et capite uno, cruribus quaternis, alis totidem, quoniam superiora ex albumine generentur, et prius: vitellum enim cibo iis est. pars autem inferior postea instituitur, quanquam cibus idem <in>discretusque suppeditatur.

Aristotele in De generatione animalium IV,4 dice: I mostri si generano più spesso in quegli animali la cui prole è numerosa, e soprattutto negli uccelli, e assai frequentemente nelle galline, infatti la loro deposizione è numerosa, non solo in quanto depongono spesso come le colombe, ma anche perché hanno dentro di loro contemporaneamente molti prodotti del concepimento e si accoppiano in tutte le stagioni. Per cui depongono anche numerose uova gemellari. Infatti i prodotti del concepimento aderiscono tra loro in quanto uno è situato in vicinanza dell’altro, come talora succede quando i frutti degli alberi sono molto numerosi, ma se i tuorli sono separati da una membrana, vengono generati dei pulcini gemelli separati senza alcuna parte eccedente. Se invece i tuorli sono uniti insieme e non sono delimitati da alcuna membrana interposta, da essi nascono dei pulcini mostruosi con un corpo e una testa, con quattro zampe e altrettante ali, in quanto le parti superiori si formano dall’albume, e prima: infatti per essi il tuorlo è alimento. Mentre la parte inferiore si forma successivamente nonostante venga fornito un alimento uguale e identico.

Diego Lanza ha tradotto così il De generatione animalium IV,4 770a 6-23: Ma in generale si deve piuttosto pensare che la causa stia nella materia e negli embrioni quando si costituiscono. Perciò siffatte anomalie si producono assai raramente negli unipari, e più nei multipari e soprattutto negli uccelli, e tra gli uccelli nei polli. Questi non sono solo multipari perché depongono spesso uova, come il genere dei colombi, ma perché portano contemporaneamente molti prodotti del concepimento, e si accoppiano in ogni stagione. Perciò producono molti gemelli: i prodotti del concepimento grazie alla reciproca vicinanza si formano insieme, come molti frutti fanno talvolta. In tutti quelli che hanno i tuorli definiti dalla membrana nascono due piccoli separati senza alcuna superfetazione, mentre in quelli che hanno i tuorli contigui e senza alcuna interruzione i piccoli nascono anomali con un corpo e una testa, ma quattro gambe e quattro ali, perché le parti superiori dell’animale si formano prima e dal bianco, essendo controllato il loro alimento proveniente dal tuorlo, mentre la parte inferiore si forma dopo e l’alimento è unico e indistinto.

Gessner non tralascia una notizia interessante, ma della quale non esisteva una fonte scritta: le uova con tre tuorli, citati, come vedremo, anche da Frank Lillie nel 1919. Ecco il breve testo di Gessner sempre di pagina 420: Audio et trilecitha, id est triplicis vitelli ova interdum reperiri: frequentius vero dilecitha, eaque in medio testae plerunque cavitatem habere. - Sento dire che si trovano anche delle uova trilékitha, cioè con tre tuorli: ma più spesso con due tuorli, e che al centro del guscio presentano di solito una cavità.

Interessante la proposta dietetica di Elluchasem Elimithar citata da Gessner appena dopo le uova con tre tuorli: Magis nutriunt et subtiliora sunt ova quae duos vitellos habent, Elluchasem. - Le uova che hanno due tuorli nutrono di più e sono più delicate, Elluchasem. Ovviamente l'affermazione di Elluchasem necessiterebbe di una verifica gastronomica, essendo lapalissiano che due tuorli forniscono più calorie di uno solo. Ma è lapalissiano per noi del XXI secolo, foraggiati da chimica e biochimica, non certo per Elluchasem che morì intorno al 1063.

Dopo questa ridda di dati del passato, vediamo cosa ci propone la scienza moderna. Così scriveva Frank Lillie in The development of the chick - An introduction to embryology (1919) e non abbiamo elementi recenti per dissentire: "Le uova anormali sono di due tipi principali: quelle con più di un tuorlo e le uova incluse (ovum in ovo). Le uova con due tuorli sono evidentemente dovute alla simultanea, o quasi simultanea liberazione di due tuorli con successivo incameramento in un solo complesso di membrane dell'uovo, le membrane testacee. In tali casi i due tuorli sono di solito separati e sono derivati, presumibilmente, da follicoli separati. Ma sono stati osservati due tuorli all'interno di una sola membrana vitellina; e questi tuorli con ogni probabilità rappresentano il prodotto di un singolo follicolo ooforo. Casi di tre tuorli all'interno di un solo guscio sono estremamente rari. Le uova con due tuorli e quelle con tuorli anormali sono dovute a condizioni ovariche anormali."

Pertanto, come accade nell'Uomo, anche negli Uccelli è possibile osservare gemelli monovulari - con caratteristiche genotipiche e fenotipiche sovrapponibili - cioè gemelli inclusi in una sola membrana vitellina e dovuti a suddivisione nell'ovidutto del blastoderma (o discoblastula) in due embrioni. Cosa accade a questi gemelli monovulari? Un po' di tutto, a seconda se il blastoderma si è suddiviso in modo completo oppure incompleto. Può accadere ciò che possiamo osservare nell'Uomo a proposito dei gemelli monovulari normali, dei gemelli siamesi e dei teratomi di cui si tratta a profusione nell'apposita voce del lessico.

Non bisogna dimenticare che il guscio non è assolutamente adattabile quanto lo è  una parete uterina, per cui negli Uccelli i gemelli si accrescono in un ambiente assai ristretto e inespansibile: raggiungono il momento della schiusa spartendosi cibo e spazio abitualmente riservati a un solo embrione.

Che da un uovo di gallina di dimensioni normali - quindi insospettabile per contenere due embrioni separati, come invece accade nelle uova con due tuorli disgiunti, le quali hanno però dimensioni maggiori - che da un tale uovo di normali dimensioni, appunto,  possano nascere due gemelli indipendenti, abbiamo la testimonianza di un allevatore olandese. Il 10 aprile 1959 ottenne 12 pulcini dalla schiusa di 11 uova: due pulcini erano gemelli. Essi erano molto più piccoli dei loro fratelli, ma non mostravano difetti evidenti. È assai verosimile che si trattasse di gemelli monozigoti partoriti da un uovo con due tuorli all'interno di una sola membrana vitellina. Un pulcino morì 3 giorni dopo la schiusa, l'altro dopo 7 giorni.

Per l'uovo degli Uccelli non si sono ancora osservati 4 gemelli monovulari come accade per l'armadillo comune, Dasypus novemcinctus, un mammifero il cui accoppiamento nell'emisfero boreale avviene tra luglio e agosto. Dopo una gestazione di circa 120 giorni e solo nella primavera successiva la femmina dà alla luce quattro cuccioli dello stesso sesso, sviluppatisi da un singolo uovo (gemelli monozigoti) e quindi identici sotto il profilo genetico. Ecco la sequenza di questa trovata della natura: un solo uovo è fecondato in luglio/agosto, ma il suo impianto in utero è differito di 3-4 mesi per assicurare alla prole di nascere nella futura primavera. Dopo questi 3-4 mesi di attesa, in novembre lo zigote si impianta nell'utero ed ecco che inizia un periodo di gestazione di 4 mesi, all'inizio del quale lo zigote allo stadio di blastula si suddivide in quattro embrioni identici, ognuno dei quali sviluppa la propria placenta, cosicché il loro circolo sanguigno rimane indipendente. Che dire poi dell'armadillo meridionale (Dasypus hybridus, assai simile al Dasypus septemcinctus) diffuso nella zona fra Argentina centro-settentrionale e Brasile meridionale: i gemelli monozigoti sono in media 8, con oscillazioni che da 7 possono salire a 12.

Aldrovandi, grazie ai suoi artisti, ci ha lasciato numerose iconografie di mostruosità gemellari, la cui interpretazione può anche risultare difficoltosa da un punto di vista embriogenetico, in quanto spesso uno dei gemelli è fuso nell'altro e ne restano solo delle appendici. Queste immagini di Aldrovandi sono presenti nel II volume della Summa Gallicana nel capitolo a esse dedicato (I mostri di Aldrovandi e di Licostene) e alcune raffigurazioni, senza che Aldrovandi potesse specificarlo grazie all'Inquisizione, erano tratte dal Prodigiorum ac ostentorum chronicon (1557) di Licostene.

Noi, per biasimare l'Inquisizione e per onorare l'eclissato Licostene, riportiamo quella dei pulcini gemelli con una sola testa nati in Francia nel 1551 documentati da Licostene (quelli di Licostene hanno il becco rivolto alla nostra destra – quelli di Aldrovandi alla nostra sinistra con un ciuffo d'erba tra le zampe), alla quale si aggiungono dati iconografici recenti resi possibili dalla macchina fotografica, degnamente anticipata dall'estrema perizia degli artisti di Aldrovandi attivi nel XVI secolo, mentre la perizia e l'estro di Joseph Nicéphore Niepce (Chalon-sur-Saône 1765 - Saint-Loup-de-Varennes 1833) ottennero nel 1816 la prima immagine fotografica in negativo di un angolo della sua stanza di lavoro.

Aldrovandi - pagina 325

Pulli gemini unico capite
Pulcini gemelli con una sola testa

Anno insuper 1551. in Gallia duplices ex Gallina pulli inventi sunt,
quatuor videlicet alis,
ut icon ostendit,
totidemque pedibus, sed unico duntaxat capite.

Inoltre in Francia nel 1551 sono stati scoperti due pulcini gemelli nati da una gallina,
e precisamente con quattro ali,
come mostra l’immagine,
e con altrettante zampe, ma con una testa soltanto.

Uova con tuorli separati

Radiografia di pulcino di Oca delle nevi
Anser caerulescens

Forzie dell'allevatrice Marlene Dickey
nato il 4 settembre 2006 in Nuova Zelanda.
Dotato di due orifizi cloacali, morì il 17 novembre 2006.

Piccione tedesco e bolognese
ambedue quadrupedi e con due orifizi cloacali

Ulisse Aldrovandi
Ornithologiae tomus alter - 1600 - pagina 464 e 465


Acquarelli di Ulisse Aldrovandi