Conrad Gessner
Historiae animalium liber III qui est de Avium natura - 1555
De Gallo Gallinaceo
trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti
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Ventriculi in
cibo laudantur prae intestinis, praesertim altilium gallinarum, magisque
etiam anserum. Sunt enim perquam suaves: caeterum crassi durique, eoque
ad concoquendum difficiles: sed quibus semel coctis multum alimenti
insit, Galenus si bene memini. Ventriculi animalium non laudantur in
cibo, praeter ventriculum gallinarum, aut anserum, aut gruis, Arnoldus
Villanov. |
Vengono
apprezzati come cibo più gli stomaci degli intestini, soprattutto delle
galline da allevamento, e ancor di più delle oche. Infatti sono
estremamente gustosi: ma sono grassi e duri e pertanto difficili da
digerire: ma una volta cotti posseggono molto potere nutritivo, Galeno,
se ben ricordo. Gli stomaci degli animali non sono apprezzati come cibo,
eccetto lo stomaco delle galline, o delle oche, o della gru, Arnaldo da
Villanova. |
¶ Gallinarum
alae bene coquuntur, et bene nutriunt. conveniunt e balneis redeunti.
item in victu attenuante, Galenus in diversis locis. Alae avium in cibum
sumptae saluberrimi sunt alimenti, praecipue autem gallinarum, sunt qui
et anserinas his addant, frequenti enim motu si quid mali succi inest,
purgatur. Similiter quoque anserina et gallinacea colla (quam)
caeterarum volatilium meliora putantur, si sanguine intercutaneo
caruerint, Platina[1].
Gallinaceorum lacte nutritorum alae et testes in siccitatibus conveniunt,
Galenus 7. Methodi. ¶ Inter hepat<i>a primatus anserino: quod ut
humidius et tenerius est, ita sapore suavius: secunda laus hepati
gallinaceo, Rasis ex Galeno. ¶ Gigeria[2],
intestina gallinarum cum his et ita (forte, cum gallinis ita) cocta,
Lucilius lib. 8. Gigeria sunt sive adeo hepetia, (hepatia,) Nonius.
Quidam sic citant, Gigeria sine oleo, his vescamur alacriter. Intestina
gallinarum cum rebus aliis incocta, veteres gigleria vocabant, Hermolaus.
Gallinacei testes et viscera non conveniunt in victu attenuante, Galenus.
¶ Gallinaceorum renes, testes et iecur, praesertim altilium, boni succi
sunt, Galenus. Testes eorum suavissimi sunt, et probum alimentum corpori
conferunt, Idem. 3. de alimentis. Et rursus, Per omnia optimi sunt. In
siccitatibus (affectibus et constitutionib. siccis) conveniunt, Idem 7.
Methodi. Gallorum lacte altorum testes utiles sunt in syncope ex succis
tenuibus, Idem. 12. Methodi. Cur gallinaceorum testes, quos lacte
saginant, amplissimi et concoctu faciles fiant, causam adfert Alexander
Aphrodisiensis in Problematibus 2. 73. interprete Gaza. Testes galli
(alias galli castrati. qui scilicet a castrando eximuntur) laudabiles
sunt et faciles concoctu, Avicenna. Languentibus dari consueverunt,
Galenus in Commentario in librum de victus rat. in morb. ac. dandi in
tertiana, Idem ad Glauconem. Iis qui ex syncope marasmo[3]
contabescunt, testiculos gallorum, quos Graeci orchis[4]
et parastatas appellant, dare oportet. perpetuo enim omnibus hectica[5]
laborantibus commodi existunt, cum abunde nutrire et vires augere
possint, ubi probe concocti fuerint, quapropter id alimenti semper
exhibendum est, ubi vires nondum ad extremum collapsae fuerint. quod
enim praesidium deinceps esse potest, si natura alimentum concoquere non
possit? Alex. Trallianus. Gallinaceos praeparamus (in usum praecipue
hecticorum et phthisicorum[6])
pane in lac acidum et serosum merso si ante nutrimus quam iugulemus, ut
testes habeant gratissimos et praestantissimos: idque ante coitum, ne
virus ex semine oleant. sic enim boni sunt succi, valide nutriunt,
facile coquentur, Sylvius citans Galeni librum 3. de aliment. ¶
Gallinaceorum testes subinde si a conceptu edat mulier, mares in utero
fieri dicuntur, Plinius[7]. |
¶
Le ali di gallina si digeriscono bene, e nutrono bene. Sono adatte per
chi è di ritorno dai bagni pubblici. Parimenti in una dieta dimagrante,
Galeno in diversi passi. Le ali degli
uccelli usate come cibo sono un alimento estremamente salubre, ma
specialmente quelle delle galline, e vi sono alcuni che a queste
aggiungono anche quelle di oca: infatti con il frequente movimento se
hanno dentro qualche umore malsano, viene rimosso. E così pure i colli
delle oche e dei polli vengono ritenuti migliori (di) quelli degli altri
uccelli a condizione che nello spessore della pelle siano prive di
sangue, Platina.
Le ali e i testicoli dei galli nutriti con latte sono utili negli stati
di disidratazione, Galeno capitolo VII del Methodus medendi. ¶
Tra i vari fegatelli il primato va a quello di oca: poiché quanto più
è umido e tenero, tanto più è di sapore gradevole: il secondo elogio
va al fegato di pollo, Razi
traendolo da Galeno. ¶ Le frattaglie sono i visceri delle galline cotti
così insieme a loro (forse, così con le galline), Lucilio
nel libro VIII delle satire. Altrimenti sono gigeria – o gizeria
- persino i fegatelli, Nonio Marcello.
Alcuni lo citano così: Le frattaglie senza olio, di esse ci cibiamo
assai. I visceri delle galline con altre cose cotte insieme gli antichi
li chiamavano gigleria, Ermolao Barbaro.
I testicoli e le interiora del gallo non sono adatti in una dieta
dimagrante, Galeno. ¶ I reni, i testicoli e il fegato dei polli,
soprattutto di quelli da allevamento, hanno potere energetico, Galeno. I
loro testicoli sono gustosissimi e forniscono al corpo un alimento di
buona qualità, ancora lui nel III libro del De alimentorum
facultatibus. E ancora: Sono ottimi per tutte le situazioni. Sono
indicati negli stati di disidratazione (malattie e costituzioni secche),
ancora lui nel libro VII del Methodus medendi. I testicoli dei
galli nutriti con latte sono utili nella sincope da liquidi poco densi,
ancora lui nel libro XII del Methodus medendi. Alessandro di
Afrodisia
in Problemata II,73 tradotto da Gaza
riferisce il motivo per cui i testicoli dei galli che sono nutriti con
latte diventano enormi e facili da digerire. I testicoli del gallo
(oppure di un gallo castrato, che ovviamente vengono estratti durante la
castrazione) sono pregevoli e facili da digerire, Avicenna.
Si è presa l’abitudine di darli a coloro che sono debilitati, Galeno In
Hippocratis de victus ratione in morbis acutis in corso di febbre
terzana e Ad
Glauconem de medendi methodo. A coloro che si stanno consumando nel
deperimento organico dovuto a continui svenimenti, è opportuno dare i
testicoli dei galli, che i Greci chiamano órcheis e parastátai.
Infatti risultano utili a tutti coloro che sono perennemente affetti da
febbre continua, dal momento che sono in grado di nutrire in abbondanza
e di accrescere le forze se vengono digeriti bene, motivo per cui questo
tipo di alimento deve sempre essere somministrato quando le forze non
sono ancora crollate del tutto. Infatti, come può essere un presidio di
seconda istanza se la natura non è in grado di digerire un alimento?
Alessandro di Tralles.
Prepariamo i galli (soprattutto per essere utilizzati dai pazienti con
febbre continua e dai cachettici) se prima di sgozzarli li nutriamo con
del pane inzuppato in latte acido e sieroso, affinché abbiano dei
testicoli gustosissimi ed eccellenti: e ciò lo facciamo prima che
comincino ad accoppiarsi affinché non mandino odore di sperma. Infatti
così hanno potere energetico, nutrono parecchio, verranno facilmente
digeriti, Jacques Dubois
citando il libro III del De alimentorum facultatibus
di Galeno. Se una donna mangia dei testicoli di gallo appena dopo aver
concepito, si dice che in utero si generano dei maschi, Plinio. |
G. |
G |
de remediis ex omni gallinaceo genere, gallis,
gallinis, pullis,
eorumque partibus et excrementis. De ovis tantum seorsim agetur in
Gallina G. Morbo regio
resistit gallina, si sit luteis pedibus prius aqua purificatis, dein
collutis vino quod bibatur, Plinius[8].
Gallinaceum pinguem verno tempore dempta cute et interaneis, sale fartum
in umbra suspendito, donec arefiat: mox illum exossato, atque una cum
sale conterito, in vitrea hamula ad usus servato, obolis duobus si
bibitur, mire Venerem concitare dicitur, Alexand. Benedictus. ¶
Mirabile remedium in arthritide a muliere quadam, et adhibetur in quovis
loco ubi iuncturae exeunt (forte, existunt.) Gallina bene habita
quadrima, absinthio referta, coquatur in tribus situlis aquae ad duarum
partium consumptionem. hinc aeger foveatur (vaporetur, fiat stuffa,) bis
quotidie donec liberetur, fricando semper ad inferiora, Additiones ad
practicam Varignanae. ¶ Pullas et capos iure et carne viperarum cum
pane subactis nutrivit Matthaeus Gradi ad usque deplumationem, curaturus
horum esu elephanticos, Sylvius. Serpentem varium, qui inter alios
minimum habet veneni, et Germanice vocatur ein huf
(vocem a librarijs
corruptam conijcio) cum tritico coque, deinde sic cocto tritico gallinam
pasce, et idem ius pro potu praebe. Huius gallinae carnibus accipiter
pastus pennas mutabit, et morbum, si quem habet, expellet, Albertus. ¶
Ex gallo vulturino vivo remedium ad elephantiasin Aetius[9]
praescribit, ut recitabimus in Vulture G. qualis autem hic gallus sit
non docet. idem quidem remedium ex vulture etiam fieri ait. |
sui
rimedi derivati da tutto il genere dei gallinacei, galli, galline, polli,
e dalle loro parti ed escrementi. Delle uova se ne parlerà solo
separatamente nel paragrafo G della gallina. Una
gallina, se ha le zampe gialle, prima ripulite con acqua, quindi lavate
con vino che deve essere bevuto, è efficace contro l’itterizia,
Plinio. In primavera appendi all’ombra un gallo grasso farcito di sale
dopo avergli tolto la pelle e le interiora, fintanto che non si sia
essiccato: quindi disossalo e tritalo con sale, mettilo a conservare in
un vaso di vetro pronto per l’uso, se viene bevuto nella dose di due
oboli
[circa 1 g], si dice che stimola in modo meraviglioso le schermaglie
sessuali, Alessandro Benedetti.
¶ Uno straordinario rimedio in corso di artrite, impiegato da una donna, e
da usarsi in qualsiasi distretto dove si lussano (forse esistono)
le articolazioni. Si faccia cuocere in tre brocche d’acqua, fino a
ridurle a un terzo, una gallina di quattro anni in buone condizioni
generali, dopo averla rimpinzata di assenzio.
Con questo liquido il malato deve riscaldarsi (faccia dei vapori, si
faccia una sauna) due volte al giorno fino a quando non viene liberato
dai sintomi, massaggiando sempre verso il basso, in Additiones ad
practicam di Guglielmo da Varignana.
¶ Giovanni Matteo de Gradi
nutrì, con brodo e carne di vipere misti a pane, le pollastre e i
capponi fino al periodo della muta, allo scopo di curare, mangiandoli,
coloro che hanno l’elefantiasi,
Jacques Dubois. Fa cuocere con del frumento
un serpente variegato, che rispetto agli altri ha pochissimo veleno, e
viene detto in tedesco ein huf (una parola che ritengo sia stata
alterata dai tipografi), quindi dà da mangiare a una gallina il grano
cotto in questo modo e dalle da bere anche il brodo. Un falco
che ha
mangiato le carni di questa gallina cambierà le penne e scaccerà la
malattia da cui è affetto, ammesso che lo sia, Alberto Magno.
¶ Ezio di Amida
prescrive come rimedio contro l’elefantiasi un
gallo vivo simile all’avvoltoio,
come abbiamo detto a proposito dell’avvoltoio nel paragrafo G. Ma
quale sia questo gallo non lo specifica. Dice peraltro che lo stesso
rimedio si può ottenere anche dall’avvoltoio. |
¶ Ius. Ad
uteros: Gallinam iugulato et festucam lineo panniculo involutam intra
avem conde, eamque consuito, elixato, et ius potui dato, Author
Euporistorum quae Galeno tribuuntur 3. 237. Gallinarum ius simplex alvum
retinere, veterum autem gallorum eandem subducere experti sumus, Galenus
lib. 11. de simplicibus
et in libro de theriaca ad Pisonem. Gallinarum iuniorum ius simplex ad
temperanda humorum vitia datur, et in ardoribus stomachi utile est,
Dioscorides. Graece
legitur,
δίδεται
ἐπικράσεως
χάριν τῶν
φαυλοτήτων. cum Galenus de eodem scribat, ὅτι
ἐπικρατήτικῆς
ἐστι
δυνάμεως,
hoc est facultatem cohibendi et astringendi habere, videtur autem
utrunque vere dici, ut et ἐπικρατητικόν
hoc ius sit, id est fluxiones reprimat: et ἐπικεραστικόν, hoc est humorum acrimoniam temperet. |
¶
Brodo. Per
l’addome: Sgozza una gallina e metti dentro al volatile della
festuca
avvolta in un panno di lino, quindi
cucilo, fallo bollire e dà da bere il brodo, l’autore degli Euporista
– Oribasio
- che vengono attribuiti a Galeno, III,237. Abbiamo potuto verificare
che il brodo semplice di gallina provoca stipsi, ma quello dei galli
vecchi fa da lassativo, Galeno nel libro XI del De simplicium medicamentorum temperamentis et facultatibus e
in De theriaca ad Pisonem.
Il brodo puro e semplice delle galline più giovani viene dato per
risistemare le alterazioni degli umori ed è utile nei bruciori di
stomaco, Dioscoride.
In greco suona: dídetai
epikráseøs chárin tôn
phaulotëtøn – provoca un beneficio al temperamento dei più
prostrati. Siccome
Galeno di questo brodo scrive: hóti
epikratëtikês
esti dynámeøs, cioè,
possiede proprietà bloccante e astringente, in realtà sembra che
ambedue dicano il vero, in quanto questo brodo è epikratëtikón,
cioè sopprime le perdite dei liquidi: e epikerastikón, cioè mitiga l’acredine degli umori. |
[1] V,14 - Libellus platine de honesta voluptate ac valitudine (Bononiae, per Johannem Antonium Platonidem, 1499): Similiter quoque anserina & gallinacea colla caeterarum volatilium meliora putant: si sanguine inter{ }cutaneo caruerint.
[2] Forse si tratta di un vocabolo punico.
[3] Il sostantivo greco maschile marasmós significa deperimento, consunzione.
[4] Il sostantivo maschile
ὄρχις
al nominativo plurale attico suona ὄρχεις
e in quello ionico suona ὄρχιες.
– Il sostantivo maschile παραστάτης
significa colui che sta presso, quindi colui che combatte a fianco, compagno
d'armi; in senso anatomico al plurale identifica i testicoli.
[5] ‘Febbre continua’, dal greco hektikós = che ha un’abitudine, abituale, da cui hektikòs pyretós = febbre continua che porta alla consunzione.
[6] Il verbo greco phthíø significa mi consumo, muoio. – Il sostantivo greco kachéktës – da kakós+échø - significa in brutte condizioni fisiche. Attualmente in medicina si usa il termine cachettico per indicare una persona solo più pelle e ossa, come si presentava, per esempio, gran parte degli ospiti dei campi di concentramento.
[7] Naturalis historia XXX,123: Gallinaceorum testes si subinde a conceptu edat mulier, mares in utero fieri dicuntur.
[8] Naturalis historia XXX,93: Morbo regio resistunt sordes aurium aut mammarum pecudis denarii pondere cum murrae momento et vini cyathis II canini capitis cinis in mulso, multipeda in vini hemina, vermes terreni in aceto mulso cum murra, gallina, si sit luteis pedibus, prius aqua purificatis, dein collutis vino, quod bibatur, [...]
[9] Libro XIII cap. 130 della relazione lunga: γυπαλέκτωρ. (Antonio Garzya, 25 gennaio 2005, lettera indirizzata a Roberto Ricciardi)