Conrad Gessner
Historiae animalium liber III qui est de Avium natura - 1555
De Gallina
trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti
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Vitelli tosti
cum pipere esui coeliaco dantur, cito medentur, Marcellus. Lutea ovorum
per se decoquuntur in aceto donec indurescant, iterumque cum trito
pipere torrentur ad cohibendas alvos, Plin.[1]
Et rursus[2], Ovorum lutea dantur
coeliacis cum uvae passae pinguis pari pondere, et malicorio, per
triduum aequis portionibus. Et alio modo, lutea ovorum trium (cum) lardi
veteris et mellis quadrantibus, vini veteris cyathis tribus trita ad
crassitudinem mellis, et cum opus sit avellanae nucis magnitudine ex
aqua pota. Item ex oleo
fricta terna, totis ovis pridie maceratis in aceto. Sic et
lien<ter>icis[3].
Sanguinem autem reijcientibus cum tribus cyathis musti. |
I tuorli
arrostiti con pepe vengono dati come cibo a chi soffre di dolori
intestinali, fanno guarire rapidamente, Marcello Empirico. I tuorli
d’uovo da soli vengo fatti cuocere in aceto fino a rassodarli, e
quindi vengono abbrustoliti con pepe per bloccare la diarrea, Plinio. E
ancora: I tuorli d’uovo vengono dati a coloro che soffrono di dolori
intestinali insieme a un peso equivalente di uva passa non scadente e
scorza di melagrana, e in dosi uguali per tre giorni. E in un altro
modo, il tuorlo di tre uova (con) un quadrante – la quarta parte di
asse o di libbra = 67 g – di lardo vecchio e di miele, e quando è
necessario, bevuto grande come una nocciola con acqua. Parimenti tre
tuorli fritti in olio, ottenuti da uova intere fatte macerare il giorno
prima in aceto. Così anche ai lienterici. Ma a coloro che vomitano
sangue, con tre ciati [150 ml] di mosto. |
¶
Ad eminentias expertum valde probatum: Ovum elixato donec durum fiat, et
repurgato: quod in eo testaceum est, abijcito. interiorem autem eius
partem cum albo ipsius in carbones coniicito, et tantisper assato, donec
totum albescat, dein vitellum eius conijce in mortarium plumbeum, cum
cerussa et oleo rosaceo sufficienti: et omnia simul diligenter subigito,
quoad glutinis crassitudinem nanciscantur. Dein chamaemelon
coquito in aqua ad tertias, et foveto cum spongia saepius locum. Post
unctionem cum penna illito, et sic curato bis die. assidue observando,
Nicolaus Myrepsus. |
¶ Medicamento
contro i gonfiori comprovato e molto apprezzato: Fa cuocere un uovo
finché non sia diventato sodo, e ripuliscilo: getta via ciò vi è di
guscio. La sua parte interna con il suo stesso albume mettila su dei
carboni e fa tostare per un po’ fino a quando non sia tutto quanto
diventato bianco, quindi metti il suo tuorlo in un mortaio di piombo con
della biacca e con una quantità sufficiente di olio di rose: e
impasta tutto quanto insieme con diligenza fintanto che non abbia
raggiunto la consistenza della colla. Quindi fa cuocere della camomilla
in acqua fino a ridurla a un terzo e fa piuttosto spesso degli impacchi
sull’area interessata servendoti di una spugna. Successivamente
applicaci sopra con una piuma l’unguento e fa questo trattamento due
volte al giorno. Facendo dei riscontri con assiduità, Nicolaus Myrepsus. |
¶ Aqua de
vitellis destillata vestigia combustionis et ex aliis laesionibus cutis
relicta sanat (ut etiam de albumine destillata) et omnem scabiem cutis:
sed multo efficacius ad haec est oleum de vitellis, (de quo supra
scripsimus,) Ryffius. |
¶ L’acqua
distillata dai tuorli fa guarire i segni lasciati delle ustioni e da
altre cause lesive della cute (come pure quella distillata
dall’albume) nonché qualsiasi tipo di prurito cutaneo: ma molto più
efficace per queste affezioni è l’olio ottenuto dai tuorli (di cui ho
parlato prima), Walther Hermann Ryff. |
¶
Pars X. De remediis ex pellicula ovi interiore, et ex pullis ovorum, id
est nondum exclusis. Membrana putaminis detracta ovo sive crudo,
sive decocto, labiorum fissuris medetur, Plinius[4].
In ovi testa membrana quae haeret, ruptis labiis recte adponitur,
Marcellus. Labiorum fissorum cura mirabilis, Ovi internam pelliculam
fissuris eorum agglutina, Nic. Myrepsus. Hymen, id est pellicula ovi, ad
labra scissa et aurium fractionem facit, et ad asperam linguam. item ad
cruris[5]
fracturam, Kiranid. Vestem (id est tunicam) ovi delicatam interiorem
siccatam, contere, vino misce, et cola, et ex aqua calida dysenterico da
bibendam, Marcellus. ¶ Stomachum dissolutum confirmant pulli ovorum cum
gallae dimidio, ita ut ne ante duas horas alius cibus sumatur. Dant et
dysentericis pullos in ipso ovo decoctos, admixta vini austeri hemina,
et pari modo olei polentaeque, Plin.[6] |
¶ Sezione
10 – I rimedi ottenuti dalla membrana interna dell’uovo e dai
pulcini delle uova, cioè non ancora nati. La membrana testacea
ricavata da un uovo sia crudo che cotto fa guarire le screpolature delle
labbra, Plinio. La membrana che aderisce al guscio dell’uovo viene
vantaggiosamente applicata alle labbra screpolate, Marcello Empirico.
Cura meravigliosa delle labbra screpolate: Appiccica alle loro
screpolature la membrana interna dell’uovo, Nicolaus Myrepsus.
L’imene, cioè la membrana testacea, giova alle labbra screpolate e
alle orecchie fissurate, nonché alla lingua rugosa. Parimenti a una
frattura della gamba, Kiranide. Trita il velo (cioè la tunica) interno
morbido dell’uovo dopo averlo essiccato, mescola con del vino e fa
colare, e dallo da bere con acqua calda a un dissenterico, Marcello
Empirico. ¶ I pulcini contenuti nelle uova con mezza noce di galla,
facendo in modo che non venga assunto alcun altro cibo prima che siano
trascorse due ore, rinvigoriscono uno stomaco indebolito. Danno
anche ai dissenterici i pulcini cotti a lungo dentro all’uovo stesso
mischiandovi un’emina [250 ml] di vino secco, e la stessa quantità di
olio e di polenta d’orzo, Plinio. |
¶
Pars XI. De remediis ex testis ovorum: primum simpliciter, deinde
ustis, tertio de testis ovorum unde pulli exclusi sunt. Amiantum
Sylvaticus interpretatur testas ovorum e quibus pulli in nido
excluduntur, manifesto errore, cum amiantus genus lapidis sit. hoc
forsan fieri potest, ut ad medicinam amianti loco testae ovorum usurpari
possint. ¶ Crito apud Galenum lib. 5. de compos. med. sec. loc.
praescripto ad lichênas medicamento, Forinsecus (inquit) conservandi
pharmaci gratia vesicae pelliculam, aut ovi testam, aut viridia folia
quantum satis est impone. ¶ Unguentum ad splendorem faciei: Putaminum
ovorum pulvis, semina melonum mundata, misceatur cum pinguedine anatis
lota, Furnerius. |
¶ Sezione
11 – I rimedi ottenuti dai gusci d’uovo, prima al naturale, quindi
abbrustoliti, e in terzo luogo i gusci delle uova da cui sono nati i
pulcini. Matteo Silvatico
amianto lo traduce con gusci di
uova dalle quali i pulcini nascono nel nido, per un evidente errore, in
quanto l’amianto è un tipo di minerale. Forse ciò può verificarsi
in quanto i gusci d’uovo possono essere usati a scopo medicinale al
posto dell’amianto. ¶ Critone in
Galeno libro V del De
compositione medicamentorum secundum locos, dopo aver prescritto un
medicamento contro le impetigini dice: Per conservare un farmaco
applicato all’esterno, mettici sopra la mucosa della vescica, oppure
un guscio d’uovo, oppure delle foglie verdi per il tempo che basta. ¶
Unguento per far risplendere il volto: Polvere di gusci d’uovo e semi
di melone ripuliti vengano mischiati con grasso d’anatra pulito, André
Le Fournier. |
¶ Ovi testa
tosta cum mirro (myrto) attritiones pedum ex calceamentis sanat.
omnemque tumorem et rheumatismum constringit. Utilis est etiam in
pessariis, et in his quae sunt circa sedem, hoc est ad matricis
passiones, et dolores sedis: maxime vero tumores erysipelatum et
nascentiarum, Kiranid. ¶ Ad sanguinis narium eruptiones: Putaminis ovi
partem unam, gallae omphacitidis[7]
partem unam, trita linamento torto aqua aut aceto madefacto excipito et
indito. frontem vero aut nasum gypso aut luto figulino integito. aures
autem contente obturare iubeto, Asclepiades apud Galenum de comp. med.
sec. loc. Sunt qui ad hoc remedium ovi putamine usto uti malint: Vide
inferius. Ad sanguinem sistendum: Cortices ovorum in aceto acri donec
molliantur maceratos, in Sole siccabis, conteres, et insperges ubicunque
sanguis fluit. Vel, pulverem ex ovorum corticibus cum fuligine pistoria
mistum, insperge, et mox sistetur, Ex libro Germanico manuscripto. ¶ Ad
dolorem dentium: Ovorum putamina, sepiam et oleum misceto et coquito,
donec tertia pars relinquatur, et tepidum ore contineto, Galenus
Euporiston 3.17. |
¶ Il guscio
d’uovo abbrustolito col mirro (mirto) fa guarire le lesioni da
sfregamento ai piedi dovute alle calzature. E riduce qualsiasi gonfiore
e forma di catarro. È pure utile per gli ovuli vaginali e per quei
farmaci che servono per le affezioni perianali, cioè per le malattie
dell'utero e i dolori anali: ma soprattutto per i gonfiori delle
erisipele e per quelli dovuti alla nascita, Kiranide. ¶ Contro le
epistassi: Una parte di guscio
d’uovo, una parte di noce di galla, dopo averli tritati mettili dentro
a una benda attorcigliata inzuppata di acqua o di aceto, e applicala. Ma
ricopri la fronte o il naso con del gesso o con dell’argilla da
vasaio. Si deve prescrivere di tappare per bene le orecchie, Asclepiade in Galeno nel De compositione medicamentorum
secundum locos. Vi sono alcuni che per questo rimedio preferiscono
servirsi di guscio d'uovo abbrustolito: vedi oltre. Per bloccare il sangue: Farai seccare al sole dei gusci
d'uovo fatti macerare in aceto forte fintanto che non sono diventati
molli, li triterai e li cospargerai ovunque c'è un'emorragia in atto.
Oppure, spruzza una miscela ottenuta dalla polvere di gusci d’uovo
insieme a fuliggine del fornaio, e subito si arresterà, da un libro
tedesco manoscritto. ¶ Contro il mal di denti: Mescola gusci d’uovo, inchiostro di seppia e olio, e fa cuocere fintanto che
ne rimane un terzo, e lo si tenga in bocca tiepido, Galeno – Oribasio
- Euporista III,17. |
¶ Si alvus
fluat, Torridus ex vino cortex potabitur ovi, Serenus. ¶
Recentiores authores inter calculi remedia celebrant ovi testas, Alex.
Benedictus. Ad eliciendam urinam: Ex ovo recente interiora (album et
vitellum) effundas: et testam digitis in calicem vinum continentem
confriato: et mox pariter ebibito, urina statim sequetur, Obscurus. Sunt
qui ad hoc remedium testa ovi ex quo pullus exclusus sit, utantur. ¶ Ad
penis dolorem et inflammationem: Cuminum et ovorum putamina bene
decoquito, et foveto: effectum miraberis, Galenus Euporiston 3.279. |
¶ Se l'alvo
dovesse essere diarroico: Il
guscio d’uovo arrostito verrà bevuto con vino, Sereno Sammonico. ¶
Gli autori più recenti tra i rimedi per la calcolosi lodano i gusci
d'uovo, Alessandro Benedetti. Per provocare l'emissione di urina: Devi
far uscire il contenuto di un uovo fresco (bianco e tuorlo): e con le
dita cospargi il guscio dentro a un calice contenente vino: e tracannalo
all’istante, e immediatamente l’urina sgorgherà, autore
sconosciuto. Vi sono alcuni che per realizzare questo rimedio si servono
del guscio di un uovo dal quale è nato un pulcino. ¶ Contro il
dolore e l'infiammazione del pene: Fa stracuocere del cumino e dei gusci d’uovo, e fa degli impacchi,
resterai meravigliato del risultato, Galeno – Oribasio – Euporista
III,279. |
¶ Equo
strophoso ova quatuor in os confringito, et ut simul cum putaminibus
deglutiat, curato, Anatolius. |
¶ Rompi
quattro uova in bocca a un cavallo che soffre di coliche e fa attenzione
che le deglutisca insieme ai gusci, Anatolio. |
¶
E testis ustis remedia. De corticibus ovorum urendis scribit Bulcasis
tractatu tertio. Comburi putamina sine membrana oportet, Plinius[8].
Pulvis ad ulcus antiquum in crure siccandum: Cortices ovorum et soleas
calciamentorum [calceamentorum] veterum ure, quibus addes fimum bubulum
de mense Maio arefactum et tritum. De his mistis pulverem insperge
ulceri, et lanuginem typhae superinsperge. Calx alba de testis ovorum in
furno ustis, chirurgis erodens praestat medicamentum, Tragus. ¶ Ovi
putaminis cinis in vino potus, sanguinis eruptionibus medetur, Plinius[9].
Si sanguis ex vulnere immodice fluat, fimi caballini cum putaminibus
ovorum cremati cinis impositus mire sistit, Idem[10].
Si vero infrenus manat de
vulnere sanguis, fimus manni (equi) cum testis uritur ovi, Et reprimit
fluidos miro medicamine cursus, Serenus. Cortex ovi ustus tritusque
inflatur naribus ad [450] sistendum sanguinem, Kiranides. alii etiam non
usto utuntur. ut supra dictum est. |
¶ Rimedi
ottenuti dai gusci abbrustoliti. Sui gusci d'uovo da abbrustolirsi
scrive Albucasis nel terzo volume del suo trattato al-Tasrif.
Bisogna abbrustolire i gusci senza la membrana testacea, Plinio. Polvere
per essiccare un'ulcera di vecchia data alla gamba: Fa bruciare dei gusci d’uovo e delle suole di calzature vecchie, ai
quali aggiungerai dello sterco bovino raccolto nel mese di maggio, fatto
essiccare e pestato. Cospargi sull’ulcera la polvere ottenuta da
queste cose mischiate insieme, e cospargici al di sopra della lanugine
della tifa. La calce bianca ottenuta da gusci d'uovo bruciati in forno,
fornisce ai chirurghi un medicamento con proprietà erosive, Hieronymus
Bock detto Tragus. ¶ La cenere di guscio d'uovo bevuta con vino blocca
le emorragie, Plinio. Se il sangue fuoriesce in modo esagerato da una
ferita, l’applicazione di una cenere ottenuta dalla cremazione di sterco di
cavallo insieme a gusci d’uovo lo arresta in modo sorprendente, sempre
Plinio. Ma se il sangue fuoriesce da una ferita in modo inarrestabile,
si fa abbrustolire sterco di puledro (di cavallo) con gusci d'uovo, e
blocca lo scorrere dei liquidi come se fosse un medicamento portentoso,
Sereno Sammonico. Il guscio d'uovo abbrustolito e polverizzato viene
insufflato nelle narici per arrestare il sangue, Kiranide. Altri se ne
servono anche se non è stato abbrustolito, come si è detto prima. |
[1] Naturalis historia XXIX,49: Et per se lutea ex iis decocuntur in aceto, donec indurescant, iterumque cum trito pipere torrentur ad cohibendas alvos.
[2] Naturalis historia XXIX,43-44: Dantur coeliacis cum uvae passae pinguis pari pondere et malicorii per triduum aequis portionibus, et alio modo lutea ovorum III, lardi veteris et mellis quadrantibus, vini veteris cyathis III, trita ad crassitudinem mellis [44] et, cum opus sit, abellanae nucis magnitudine ex aqua pota, item ex oleo fricta terna, totis ovis pridie maceratis in aceto; sic et lientericis, sanguinem autem reicientibus cum III cyathis musti.
[3] Termine derivato dal greco leîon = liscio + énteron = intestino. Essendo l'intestino liscio come un tavolo da biliardo, esso non assorbirebbe i cibi, che scorrono via indigeriti. Per notizie aggiornate al 2005, si veda la voce Lienteria del lessico. § In latino esiste anche il termine lienicus, usato per esempio da Celio Aureliano, ma significa tutt'altra patologia: sofferente di milza. Infatti la milza in latino è detta lien/lienis. Celio Aureliano usa l'aggettivo lienicus in De morbis chronicis III,4 De iecorosis, quos Graeci epaticos vocant, & lienosis, quos splenicos dicunt, capitolo in cui parla di cirrosi epatica associata a splenomegalia. Ecco l'impiego di lienicus: Alii enim phlebotomiam recusarunt in lienicis [...].
[4] Naturalis historia XXIX,46: Membrana putamini detracta sive crudo sive cocto labrorum fissuris medetur, putaminis cinis in vino potus sanguinis eruptionibus.
[5] Dal punto di vista medico è un po’ enigmatica quest’azione terapeutica in caso di frattura di una gamba. Non vorrei che crus assumesse il significato di palo di sostegno, come in Catullo, e quindi di pene, da alcuni considerato anche come una terza gamba, specialmente quando le sue dimensioni lo giustificano appieno. Per cui la membrana testacea sarebbe utile in caso di rottura del membro virile conseguente a manipolazioni violente o a usi forsennati.
[6] Naturalis historia XXIX,45: Dant et dysintericis pullos in ipso ovo decoctos admixta vini austeri hemina et pari modo olei polentaeque.
[7] Il sostantivo greco femminile omphakîtis, al genitivo omphakítidos, significa noce di galla in Dioscoride e Galeno.
[8] Naturalis historia XXIX,46: Membrana putamini detracta sive crudo sive cocto labrorum fissuris medetur, putaminis cinis in vino potus sanguinis eruptionibus. Comburi sine membrana oportet.
[9] Naturalis historia XXIX,46.
[10] Naturalis historia XXX,112: Si vero ex vulnere inmodice fluat, fimi caballini cum putaminibus ovorum cremati cinis inpositus mire sistit.