Marpione fu il libro
e chi lo scrisse
Marpione
è un termine attestato in italiano solo a partire dal 1950 e deriva dal
francese marpion (1532), trasformazione di morpion, la piattola (Phthyrius
pubis o Pediculus pubis), un
termine che esiste tutt'oggi nel linguaggio famigliare dei Francesi, mentre in
quello ufficiale è detta le pou du pubis, il pidocchio del pube. Marpion,
ricostruito etimologicamente sulla base di morpion, significa mordi (mords,
imperativo di mordre) il fante (pion, il pedone, il soldato). Noi con marpione
intendiamo una persona astuta e profittatrice, un furbacchione che sa abilmente avvantaggiarsi d'ogni occasione a lui
favorevole. Attualmente, per dire marpione nel significato italiano, i
Francesi usano i termini filou oppure loustic, dei quali non chiedetemi
l'etimologia.
Non possiamo non etichettare Ulisse come marpione, un marpione dal quale sarebbe possibile trarre utili insegnamenti. Vedremo che si è approfittato a iosa di Conrad Gessner, che però non compare in alcuno dei tre volumi di ornitologia del Bolognese. Conrad vi compare esclusivamente come Ornithologus e ne documenteremo il perché.
Nelle 169 pagine del XIV libro del II volume di Ornitologia (1600) che Aldrovandi dedicò al pollo, il misconosciuto Ornithologus - che saremmo tentati di considerare come l'optimum tra tutti gli ornitologi noti fino a quei tempi, e in effetti lo fu - ricorre 57 volte. Per addurre un altro esempio riferito alle sole 37 pagine dell'avvoltoio di Aldrovandi (I volume di Ornitologia, 1599), l'Ornithologus viene citato 15 volte. Se facciamo i conti ci accorgiamo che nei due casi la frequenza percentuale delle citazioni è identica: 37 pagine sono ¼ di 169 e 15 è ¼ di 57. Per i pignoli possiamo aggiungere che la prima proporzione è pari a 1/4,567 e la seconda risulta essere 1/3,8.
Nella prefazione al I volume di Ornitologia, Aldrovandi cita gli studiosi
Europei degni di lode dei quali ha fatto uso, ma Gessner non compare. Anche Uterverius
, nella lettera ai lettori del II volume
, parla di un Ornithologus come fonte di immagini, alle quali però
Ulisse ne aggiunse a iosa di personali.
Nel III volume (1603), usando il nome e non il cognome (come è prassi
tutt'oggi in Brasile), vengono elencati in ordine alfabetico tutti gli autori
utilizzati nei 3 volumi, ma né prima né dopo Conradus Heresbachius siamo in grado di
localizzare un altro Conradus. Troviamo solamente Ornithologus alla lettera O,
appena dopo Orus Apollo, che però, per motivi di ordine alfabetico, dovrebbe
essergli posposto.
Al contrario, Gessner citò in modo esplicito Aldrovandi almeno 2 volte.
Nel Catalogus Doctorum Virorum, qui ad absolvendam avium historiam
liberalissime nos adiuverunt del suo trattato di Ornitologia (Historia
animalium III, 1555) non omette il collega: Ulysses Aldrovandus
Bononiensis medicus. Non solo. Nei Paralipomena – e precisamente a
pagina 774 – pubblica una raffigurazione della Hortulana (ut vulgo in Italia
vocant, circa Bononiam) che gli aveva inviato Aldrovandi, e non tralascia di
lodarlo: Huius avis effigiem Ulysses Aldrovandus, vir cum in re medica tum
stirpium historia praestantissimus, ad nos misit. Quindi i contatti di Ulisse
con Conrad datavano da quando il nostro marpione aveva appena 33 anni. Il
conteggio è facile: Ulisse nacque nel 1522, Conrad pubblicò la Hortulana nel
1555, 1555-1522 = 33. Non possiamo escludere che fossero in contatto da meno
di 33 anni, ma mancano gli elementi per affermarlo.
Allora, direte voi, perché stiamo accusando Aldrovandi di essere un
marpione se Conrad Gessner, sotto mentite spoglie, ricorre per ben 72 volte,
valutazione quantitativamente possibile grazie alla trascrizione elettronica
di Fernando Civardi? E in sole 206 pagine, meno di 1/10 del totale dei 3 volumi di
ornitologia, pari grossomodo a 2.325 pagine!
La risposta è semplice: Ulisse fu un marpione non nei confronti di
Gessner, bensì dell'Inquisizione, in quanto tutte - e ripeto tutte - le opere dello Zurighese erano state
messe all'Indice a tenere compagnia a quelle di Licostene
, grazie all'omonimia del quale, chiamandosi anch'egli Conradus, mi è
stato possibile scoprire anche la presenza di Gessner nella lunga lista dell'Index
Librorum Prohibitorum (Auctores quorum libri & scripta omnia
prohibentur) stilata nel 1559 dal Sant'Uffizio o Inquisizione che dir si
voglia. Se Ulisse avesse citato come fonte Conradus Gesnerus, che apparteneva
al mondo protestante, possiamo essere certi che sarebbe morto non a Bologna,
ma a Roma, nuovamente nelle grinfie della Santa Inquisizione nelle quali era
già caduto il 12 giugno 1549.
Alla chiusura del Concilio di Trento (1545-1564) e proprio nel 1564 venne
pubblicato l'Indice Tridentino o Index librorum prohibitorum cum regulis
confectis per patres a Tridentina Synodo delectos (auctoritate sanctiss.
D.N. Pii 4., Pont. Max. comprobatus) ripubblicato, con le aggiunte di Sisto V,
da Clemente VIII nel 1596 (al secolo Ippolito Aldobrandini). Anche in questa
nuova edizione Conradus Gesnerus fa compagnia a Licostene, il quale viene citato non
come Conradus Lycostenes del 1559, bensì nel corretto Lycosthenes. Stavolta,
ma nell'appendix alla lettera C, a far compagnia a Gessner e a Licostene
troviamo l'olandese Conradus Hersbachius (errore: Heresbachius), alias Conrad
Heresbach
(1496-1576) famoso per la sua opera intitolata Rei rusticae libri
quatuor.
Forse Aldrovandi non sfogliò l'Indice Tridentino. Gli bastò l'edizione del 1559 al fine di estromettere Conradus Gesnerus dai suoi trattati nonché per insozzare Licostene agli occhi del Sant'Uffizio, come chiariremo tra poco. Come già detto, nel III volume di Ornitologia (1603) troviamo tutti gli autori usati nei 3 volumi, Ornithologus incluso, e vi compare Conradus Heresbachius, il quale è stato citato 2 volte nelle 169 pagine del II volume (1600) dedicate al pollo. Qui Aldrovandi marpione non fu, ma gli è andata bene, visto il rigore dell'Inquisizione, che a sua volta andrebbe inquisita per la svista relativa alla citazione di Heresbach in un testo di Aldrovandi sia del 1600 che del 1603.
Insozzando Licostene, visto che non gli serviva se non come fonte
iconografica (due polli mostruosi non dichiarati come suoi, rispettivamente di
pagina 319 e 326
, tratti dal Prodigiorum
ac ostentorum chronicon, 1557), senz'altro il marpione si ingraziò l'Inquisizione, e in un modo molto
semplice che oseremmo definire mostruoso. Ulisse riuscì a far trasfigurare
dai suoi artisti
un'illustrazione di Licostene - monstrum ex ovo galli natum
– priva di qualsiasi intendimento osceno, in un
pene umano eretto, e al solo scopo di screditare ulteriormente di fronte al
Papa e all'Inquisizione l'insigne e diligente alsaziano Conrad Wolffhart.
Se vogliamo essere precisi, l'atteggiamento di
Aldrovandi nei confronti di Gessner fu da marpione al quadrato. Non solo lo
eclissò sotto l'appellativo di Ornithologus al fine di praticare indisturbato
un download dalle opere dello Zurighese che farebbe invidia a noi dell'era
elettronica. Infatti, per depistare eventuali Inquisitori ideò un altro
sotterfugio, di tipo spregiativo. Nella prefazione al I volume
di ornitologia, e precisamente nella terza pagina, possiamo leggere:
Praeterea authorem inter Italos (de iis loquor, qui ex professo scripsere) qui de avibus egerit, neminem esse sciebam; inter Gallos solum Petrum Bellonium, sed suo idiomate, et inter Germanos Ornithologum tantum, sed confuse omnia sine ulla methodo, utpote ordine alphabetico, et paucarum tantummodo, earumque vulgatarum icones tradentem.
Inoltre non ero a conoscenza che tra quelli italiani (mi riferisco a
quelli che esplicitamente trattarono la materia) ci fosse un autore che si
fosse occupato di uccelli: tra i francesi solamente Pierre Belon, ma nella sua lingua, e tra i tedeschi solamente l'Ornitologo, ma che ci ha trasmesso il tutto in modo confuso senza alcun
procedimento logico, in quanto è in ordine alfabetico, e ci ha trasmesso le
immagini solamente di pochi uccelli nonché comuni.
Non per contraddire Aldrovandi, ma a me paiono più belle le immagini di Gessner di quelle di Belon, ambedue pubblicate nel 1555. Sed de gustibus non est sputazzendum (Corti, 1961), scusate, disputandum.
Morto il marpione nel 1605, Uterverius,
l'olandese di Delft, pur essendo di professione Cattolico
Romano (tanto da ritenere né utile né decoroso il ritorno in patria), cita
liberamente Gessner nella lettera al lettore di De piscibus et de cetis
pubblicato nel 1613: Tametsi vero extent eiusdem argumenti
lucubrationes Rondoletij, Bellonij, Salviani, Gesneri, aliorumque [...].
Tanto, ormai, il marpione suo maestro non avrebbe più potuto tornare nelle
grinfie della Santa Inquisizione.
Ma un marpione Aldrovandi lo era per natura, non
solo quando veniva vellicato da motivazioni legate all'Inquisizione. Lo
dimostra l'atteggiamento nei confronti di Volcher Coiter che non compariva in alcuna delle edizioni dell'Index
librorum prohibitorum (pur essendo stato incarcerato nel 1566 per ordine
dell'Inquisizione essendo di fede protestante) ma che tuttavia venne
debitamente eclissato da Ulisse quando si trattò di metterne in evidenza i
meriti a proposito dello studio giornaliero sull'embrione di pollo. In questo
modo Aldrovandi oltraggiò sia il suo allievo che l'Olanda, sua patria
d'origine. E che ciò sia accaduto lo afferma Sandra Tugnoli Pattaro
dell'Università di Bologna
,
una studiosa assai equilibrata nonché imparziale della nostra primadonna
bolognese.
In embriologia Coiter riprese e perfezionò le
osservazioni di Aristotele, seguendo giorno per giorno lo sviluppo
dell’embrione di gallina nell’uovo (1564
). Come afferma Sandra Tugnoli a
pagina 10 del suo "Osservazione di cose straordinarie – Il De
observatione foetus in ovis (1564) di Ulisse Aldrovandi" (Bologna,
2000) a proposito del nostro Ulisse, il merito scientifico, non quello di
promotore, va a Coiter: "Invero, come risulta dai documenti, la questione
si presenta nei termini seguenti. Sebbene nell'inedito [De observatione
foetus in ovis] e nell'Ornithologia non menzioni collaboratori,
Aldrovandi non effettuò l'indagine in oggetto isolatamente, bensì insieme
con un'équipe di studiosi, entro la quale verosimilmente il ruolo di
anatomista venne svolto precipuamente da Volcher Coiter, ma promotore
dell'indagine fu Aldrovandi, suo maestro."
Ma Aldrovandi manco s'è degnato di citare Coiter a
proposito dello studio sull'embrione di pollo presente nell'Ornithologia.
Da vera primadonna, Ulisse esordisce a pagina 216 affermando: quotidie unum [ovum] cum maxima
diligentia, ac curiositate secui - quotidianamente ho dissezionato con la
massima diligenza e curiosità un uovo. Di Coiter nessuna traccia. Forse è
vero il proverbio: La volpe perde il pelo ma non il vizio!
Ornithologia
I - 1599
Prefazione pagina 2
Autores historiarum naturalium
[Autores
histor. naturalium.] Inter quos tanquam praecipua lumina praeterire non possum
Ruellium, Petrum
Bellonium
, Iacobum
Silvium
, Io. Fernelium Ambianum,
Vvilhelmum Rondoletium
,
Iacobum Dalechampium
inter Gallos: Inter Germanos Valerium
Cordum
,
Hieronymum Tragum
, Ioachimum Camerarium
filium
, Bauhinos Iohannem, et
Gasparum fratres, Rembertum Dodonaeum
, Matthiam
Lobelium
, Carolum
Clusium
,
Melchiorem Guilandinum: Inter Italos Iulium Caesarem Scaligerum
,
Petrum
Andream Matthiolum
, Bartholomaeum Marantam, Antonium
Brasavolum
, Andream
Cisalpinum
, Andream Baccium, Iohannem Baptistam
Portam
, Hieronymum
Mercurialem
in almo Gymnasio Pisano primarium Medicinae Professorem, Iohannem
Costaeum Laudensem
, Fabium Columnam, Massarium Venetum, Lucam Ghinum
olim praeceptorem meum, qui primus cum Bononiae, tum Pisis historiam stirpium
publice professus est, Aloysium Anguillaram eius discipulum, Iacobum Ant.
Cortusum, utrosque Patavini horti olim Praefectos. Inter Hispanos Amatum
Lusitanum
, Andream
Lacunam
, Garziam ab Horto, Franciscum Valesium. Quorum
clarissimorum virorum alii in id, ut eorum quae in terra, alii quae in aere,
alii quae in aqua gignuntur, causas, actiones, vires, formas illustrarent,
omne suum studium, omnem operam, industriam, curamque contulere. [Authoris
genius.] Qua equidem tam praeclara exercitatione ego a teneris fere unguiculis
nihil praestantius esse duxi, nec ullam fere rem aliam esse existimavi, quae
melius, et illustrius Deum nobis ob oculos ponat, et summam eius potentiam,
eximiam bonitatem, sapientiam inexplicabilem ostendat. (trascrizione di
Fernando Civardi, 3 aprile 2009)
Ornithologia
I - 1599
Prefazione pagina 3
Disegnatori & Ornithologum tantum
Unde ego
in singula fere avium nostrarum historia, ut tam interna quam externa nota
redderem, et eorum oculatus testis essem, ingentem pecuniae vim cum in variis
peregrinationibus in diversas orbis regiones avium potissimum, ac aliarum
etiam rerum naturalium causa susceptis, tum in eisdem describendis, propriis
coloribus depingendis, ac in tabulis ex pyro confectis, delineandis,
exculpendisque, atque tandem excudendis, consumpsi: ideoque pictori in ea arte
unico triginta, et amplius annos annuum aureorum ducentorum stipendium
persolvi, delineatores celeberrimos, Laurentium Benninum Florentinum, et Cornelium
Suintum Francofortensem meo aere conduxi, necnon Iacobi Ligotii
Serenissimi Hetruriae Ducis pictoris eximii opera in hac eadem provincia
Florentiae quandoque usus sum, ut quo maximo fieri posset artificio, aves eae
designarentur; tandem Sculptorem habui, et adhuc habeo insignem Christophorum
Coriolanum Norimbergensem, atque eius Nepotem, qui eas adeo venuste, adeo
eleganter exculpserunt, ut non in ligno, sed in aere factae videantur.
His tam
magnis expensis aliae accedunt causae, inter quas haec imprimis non est
involvenda silentio, quod pictor meus, ut maiorem sibi
{facetet} <faceret> quaestum, clam multis nobilibus, ac studiosis
icones multas vendiderit, quas vetebat, ne aliquando typis mandarent,
quemadmodum alias mihi contigit. Nonnulli enim plurimas plantas, quas vel a me
in celeberrima hac Bononiensi Academia, ubi quadraginta sex annos publice
profiteor, aut didicerunt, aut dono acceperunt, tanquam suas edidere, et me
qui eas aliquando in lucem dare decreveram, praevenerunt; ut ex mea segete
messem facerent. Praeterea authorem inter Italos (de iis loquor, qui ex
professo scripsere) qui de avibus egerit, neminem esse sciebam; inter
Gallos solum Petrum Bellonium, sed suo idiomate, et inter Germanos Ornithologum
tantum, sed confuse omnia sine ulla methodo, utpote ordine alphabetico, et
paucarum tantummodo, earumque vulgatarum icones tradentem. Ad haec
denique spem {emolnmenti} <emolumenti>, quod ad alia edenda auxilio mihi
futurum est, et preces adiungo multorum literatorum hominum, Illustrissimique
Senatus nostri, (cui ob multa in me collata beneficia, atque ob opem in
hoc opere, cum sua sponte, tum Sixti V. Pont. Opt. Max. iussu, mihi praestitam
obedire et debeo, et volo) authoritatem, ac adhortationem, qui visis hisce
lucubrationibus magnopere mihi authores fuerunt, ut quas Reipub. literariae
gratas, utiles, fructuosas cognoscerent, in lucem ederem. In quarum
declaratione utilia simul cum iucundis miscebo, Horatianae normae haud immemor,
ait enim. (trascrizione di Fernando Civardi, 3 aprile 2009)
Index librorum prohibitorum - 1596